Rende sinonimo di progetto serio e sostenibile

Uscire a testa alta, magari con qualche lacrima, ma con la consapevolezza che 10mila spettatori rendono omaggio a quello che hai fatto deve essere il punto di partenza, e non l’ultimo capitolo, del nuovo corso del Rende targato Coscarella-Trocini.

Due episodi, che nel calcio rappresentano sempre la variabile impazzita, hanno frenato la corsa di una squadra che ha saputo tenere botta per oltre dieci mesi, consapevole dei suoi limiti ma forte di uno spirito che ha cementato un gruppo pronto a stupire e stupirsi. Il Rende, adesso, ha la consapevolezza di avere le carte in regola per diventare un punto di riferimento sia dal punto di vista societario (pochi sono in regola con i pagamenti come la dirigenza biancorossa) sia dal punto di vista tecnico-tattico (il lavoro di Trocini è sotto gli occhi di tutti).

«L’amarezza è tanta perché uscire dopo aver dimostrato a Taranto di non essere assolutamente inferiori a nessuno fa male – dice il patron biancorosso Coscarella – Ma allo stesso tempo siamo convinti che ancora i giochi non sono chiusi e noi stiamo lavorando da tempo sotto traccia per non farci trovare impreparati qualora possa arrivare la chance buona».

Da Coscarella a Trocini il passo è breve. Medesima lunghezza d’onda, stesse coordinate da seguire. «Al di la degli episodi di Taranto credo che questo gruppo di lavoro vada solo elogiato – ribadisce l’allenatore rivelazione della stagione – Abbiamo allestito una squadra con due obiettivi ben precisi: un occhio al budget che con la società avevamo stabilito e un occhio alla qualità umana dei giocatori. Ne è uscito un mix vincente che è riuscito a regalare qualcosa di importante».

Il Rende adesso è diventata una piazza ambita perché allo stesso tempo è sinonimo di solidità societaria e qualità tecnico-tattica. Non è un mistero che sono in tanti, giocatori e non, a prodigarsi per avere la possibilità di far parte di un progetto lungimirante che ha messo la serietà, la Uscire a testa alta, magari con qualche lacrima, ma con la consapevolezza che 10mila spettatori rendono omaggio a quello che hai fatto deve essere il punto di partenza, e non l’ultimo capitolo, del nuovo corso del Rende targato Coscarella-Trocini.

Due episodi, che nel calcio rappresentano sempre la variabile impazzita, hanno frenato la corsa di una squadra che ha saputo tenere botta per oltre dieci mesi, consapevole dei suoi limiti ma forte di uno spirito che ha cementato un gruppo pronto a stupire e stupirsi. Il Rende, adesso, ha la consapevolezza di avere le carte in regola per diventare un punto di riferimento sia dal punto di vista societario (pochi sono in regola con i pagamenti come la dirigenza biancorossa) sia dal punto di vista tecnico-tattico (il lavoro di Trocini è sotto gli occhi di tutti).

«L’amarezza è tanta perché uscire dopo aver dimostrato a Taranto di non essere assolutamente inferiori a nessuno fa male – dice il patron biancorosso Coscarella – Ma allo stesso tempo siamo convinti che ancora i giochi non sono chiusi e noi stiamo lavorando da tempo sotto traccia per non farci trovare impreparati qualora possa arrivare la chance buona». Da Coscarella a Trocini il passo è breve. Medesima lunghezza d’onda, stesse coordinate da seguire. «Al di la degli episodi di Taranto credo che questo gruppo di lavoro vada solo elogiato – ribadisce l’allenatore rivelazione della stagione – Abbiamo allestito una squadra con due obiettivi ben precisi: un occhio al budget che con la società avevamo stabilito e un occhio alla qualità umana dei giocatori. Ne è uscito un mix vincente che è riuscito a regalare qualcosa di importante».

Il Rende adesso è diventata una piazza ambita perché allo stesso tempo è sinonimo di solidità societaria e qualità tecnico-tattica. Non è un mistero che sono in tanti, giocatori e non, a prodigarsi per avere la possibilità di far parte di un progetto lungimirante che ha messo la serietà, la sostenibilità e la concretezza alla base di tutto. In attesa che di sapere se sarà Lega Pro o serie D.